La mezzeria della strada che stava percorrendo a velocità sostenuta divideva auto e camion da destini diversi di uomini.

Il tempo trascorreva silenzioso, accompagnato solo dal rumore del motore che lo avrebbe fatto approdare al mare, dove la famiglia lo attendeva.

In quel silenzio che lo avvolgeva i pensieri si scompigliavano, ricucendosi in una trama sempre diversa che a volte creava inquietudine. 

Era da molto tempo che una giornata, nel mezzo di una settimana lavorativa, non aveva come destinazione la famiglia.

Quel fermarsi non faceva parte dei suoi ritmi, concentrato com’era nel suo lavoro per raggiungere felicità e agiatezza. Erano stati miraggi irraggiungibili per i suoi nonni, un sogno, tante volte sognato dai suoi genitori, ed ora realtà per lui e la sua famiglia.

A far compagnia al silenzio la radio, con il notiziario che raccontava ancora una volta di naufragi, barche stracariche di una umanità che voleva fuggire da un destino crudele, di cadaveri galleggianti e giubbotti arancioni di salvataggio ormai inutili.

Uomini e donne che volgevano sguardi a orizzonti che non avrebbero mai toccato, bambini che non sarebbero mai cresciuti.

La radio era stata spenta in fretta, con un disagio che affiorava assieme al ritorno, in sottofondo, del rumore del motore.

E il pensiero era andato a suo figlio, tre anni di argento vivo e sorrisi che lo attendeva per giocare con la sabbia davanti ad un mare che conosceva.

Destinazione famiglia, per lui, e un destino di gioia da condividere per un giorno lontano da tutto.

Destinazione e destini interrotti, come le vite di quei naufraghi, ripescati e ricomposti come manichini sulla sabbia.  

Ancora poco lo separava dai suoi affetti e dall’abbraccio di quel figlio mentre all’orizzonte quel mare atteso lo accoglieva, un destino che scriveva attimo dopo attimo, che però non gli forniva certezze.

Quelle certezze cercate anche dai tanti che il destino aveva fermato davanti ad una spiaggia d’Italia che tocca da vicino, poiché l’Africa è dietro l’angolo, a un passo da noi ed è dentro di noi, nella nostra coscienza in cui trovano posto non pochi rimorsi.