L’altro era lui!

Si rispecchiava al mattino, appena sveglio, quando gli occhi incrociavano il volto assonnato, reduce da sogni e già carico di progetti per un nuovo giorno da scoprire.   

Era l’Altro da affrontare nell’androne delle scale, diverso per il turbine di pensieri che non conosceva, segreti nascosti da pareti troppo spesse, che li avevano resi anonimi nel silenzio di saluti mai dati.

L’Altro era lui, in attesa del suo turno, stesso cuore in coda ed emozioni che facevano eco al dolore di una corsia d’ospedale. 

Il contrario dei suoi pensieri, l’Altro, quello vecchio che sapeva la vita a modo suo e che gli aveva raccontato di una saggezza sconosciuta vista con occhi diversi.

Ma erano tutti Altro diversi da lui!

Ogni volta che li incrociava i pensieri si accalcavano, non sempre bonari e indulgenti, spingendo la porta della coscienza: 

Innalzare un muro?

Far loro la guerra? 

Instaurare un dialogo? 

E Come, se la lingua non cesellava parole che comprendeva appieno?

E di che Cosa, se la sua storia era lontana dal dolore di una malattia ?

E perché se il suo tempo era più prezioso dell’Altro?

Forse non era coscienza, ma solo curiosità, o ancora forse quel fiutare animale ormai perso, che spinge con prudenza a ridurre la distanza per comprendere.

Capire perché il sorriso è lo stesso, i sogni vicini, le emozioni uguali come note su un pentagramma che cuciono musica senza confini.

Capire perché la sorte di essere uomini li accomunava, ma la vita li aveva catapultati in mondi estranei e lontani. 

Provare, in una lezione di curiosità, a superare i confini per rispettarli, a farsi prossimo con uno stile che riconosce l’Altro.

Anche davanti allo specchio in un qualsiasi mattino della vita.